Tra sfortuna e salario.
Nell’antichità era noto come l’”oro bianco”, un elemento vitale, prezioso tanto quanto l’acqua: questo era il sale.
Legato alla proprietà di conservazione, di purificazione e di guarigione, il sale ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’uomo, sin dalla notte dei tempi.
Nell’antico Egitto il sale era appannaggio esclusivo dei Faraoni, mentre per i legionari romani costituiva il “salario”, che dal sale prende il nome.
Le sue proprietà erano legate anche all’alchimia, alla medicina e addirittura alla sfera sacra, tant’è vero che la parola alite, che in geologia identifica il sale cristallino puro, in celtico significa “vibrazione luminosa”.
Unico mezzo, insieme alla neve, di conservazione dei cibi, il sale era ritenuto così prezioso che, ancora oggi, nella superstizione, rovesciarlo porta sfortuna. Tant’è vero che nell’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci sul tavolo c’è una saliera rovesciata, simbolo inequivocabile della sciagura imminente.