L’uso del sale ha origini antichissime, più di 10.000 anni fa, nell’era neolitica, lo stile dell’uomo con l’invenzione dell’agricoltura, subisce massicce modifiche. Il cambiamento nel regime alimentare che derivò dall’ampio consumo di cereali coltivati e poveri di sale, ma soprattutto dalla necessità di conservare a lungo, mediante salatura, le materie prime disponibili e facilmente deperibili come carne e pesce, rese necessaria la diffusione del sale o del cloruro di sodio.
E’ dunque nella preistoria, nella fase neolitica, che questo particolare elemento, conosciuto col termine di sale, divenne parte integrante dell’alimentazione umana, inizialmente come conservante e in seguito, dopo diverse epoche, si verificò una mutazione del gusto che lo rese un indispensabile saporitore e ingrediente per la preparazione e la cottura dei cibi. Il sale divenne, quindi, un bene di prima necessità e segnò l’inizio dell’epoca di estrazione del salgemma attraverso la cristallizzazione dell’acqua salata. La produzione del sale divenne un obiettivo primario per le comunità più antiche che iniziarono a guadagnare dal commercio di tale materia, come accadde per altre epoche con altre materie prime. Dalla bollitura per l’estrazione del cloruro, alla creazione di grandi saline a sfruttamento solare, il passo fu breve. L’acqua marina raccolta in grandi vasche, evaporava naturalmente permettendo così la concentrazione del cloruro di sodio.
Nonostante già presenti in epoca precedente, i Romani furono i primi a fare della produzione del sale una vera e propria industria, dai documenti storici si attesta, infatti, che già nel I secolo dopo Cristo il sale era parte integrante della cultura romana. Le coste italiane risultano in quel periodo, occupate da impianti per la produzione del sale; i più importanti furono sicuramente quelli situati vicino a Roma, nei pressi del Tevere. Scavi archeologici attualmente in corso intorno all’Aeroporto Leonardo da Vinci stanno riportando, infatti, in luce le canalizzazioni, le vasche di evaporazione e le infrastrutture produttive che costituivano il cuore del Campus Salinarum Romanarum.